…Andrea aprì la bottiglia e versò il vino, ostentando una disinvoltura che io sapevo essere assolutamente non vera. Gli guardavo la mano tremante che versava da bere e gli occhi esaltati e smarriti. E mi eccitavo, perché lo sentivo consapevole che aveva due donne per sé ed io ero consapevole che di lì a poco lo avrei visto scopare un’altra, mi sarei appropriata di quel momento, lo avrei fatto mio pure a quel modo, come in genere una donna non fa il proprio uomo.
Patrizia era fra di noi, bella, alta, grandi tette, capelli neri corti, occhi grandi e una bocca perennemente atteggiata al sorriso…
è come essere dentro di te e vedere le cose attraverso i tuoi occhi.
al tempo stesso però il mio essere maschio mi mostra la scena dal punto di vista di lui.
Pat invece no, non si racconta e non ha il mio stesso istinto, ed è lei la nota diversa di questo accordo.
quello che lo rende diverso dagli altri accordi, più complesso, sì, ma anche più giusto e adatto al momento.
l’alterazione che ne sposta l’armonia verso nuovi sviluppi, verso altre e nuove soluzioni.
sul fondo tre cuori che battono, cui si aggiunge quello che legge.
ci avviciniamo alla fine, e ogni tappa aggiunge qualcosa al passato e sottrae qualcosa al futuro.
ci avviciniamo alla fine, e ogni tappa è impregnata di presente.
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Complimenti, prosa avvincente come sempre e sei riuscita a farmi vivere questa splendida esperienza che definire ménage a trois sarebbe riduttivo. Brava.
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