05 – QUEL GIORNO AL PARCO

…Anche io mi obbligavo a stare ferma, ma con il cazzo caldo e pulsante piantato in gola non era facile: impazzivo dalla voglia di sbattermelo su e giù. Lo guardavo negli occhi stando lì, a bocca piena, le labbra serrate a circondare la base, muovendo piano la lingua sull’asta ma senza farlo scorrere di un solo millimetro. Ed ero decisa a non farlo se prima non avessi capito dal suo sguardo che la voglia di sborrarmi in gola vinceva l’imbarazzo per il timore di essere visti…

  

3 pensieri riguardo “05 – QUEL GIORNO AL PARCO

  1. c’è tutto un percorso, nel tuo ricordo.
    mi chiedo se il suo ricordo coincida con il tuo, o se più semplicemente non parta dal tuo finale “cominciai avida a pompare e succhiare”.
    il peso di ogni dettaglio nella percezione di un uomo può essere molto diverso da quello che dai tu.
    ma la storia, quella vera, non è nella meccanica di una pompa, ma nel gioco che ti inventi ogni volta.
    quel che mi rapisce mentre leggo è la consapevolezza e la misura esatta di quel che mostri di te.

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