23 pensieri riguardo “26 – L’ALTALENA

  1. Buon pomeriggio Anna. Ho letto diversi dei suoi racconti e sono travolgenti.. il suo carattere assetato di emozioni quell’assenza di fronzoli che fanno pulsare forte il sangue nelle vene.. é una travolgente emozione leggerla qui come su Twitter.. credo che nessuno possa capire fino in fondo le emozioni che provi tu e Andrea in questa favola spudorata ma con le tue parole ci regali sapori erotici e liberi. Mi viene da dire… che sei una bella persona! Emilio

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  2. ci sono giorni in cui si brancola nella luce, Ma la notte no. Grazie Anna di queste tue profondità miste a spontaneità e istinto. Umanità che accende l’attenzione e la mia sensibilità.

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  3. Mi piace il tuo stile. È la prima volta che approccio il genere (nonostante non sia proprio di primo pelo gioisco che mi accadano ancora delle “prime volte”!), ho letto tutti i 20 capitoli avidamente, in un’unica soluzione ed adesso mi è rimasta la curiosità e la voglia di leggerti ancora ed ancora. Che dici? Certo, detto da uno che non scrive sul blog da 20 mesi la richiesta un po’ stride!

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  4. il 29 ottobre dl 2016 scrivevi queste cose.
    il 29 ottobre 2016 era un sabato, e google calendar mi permette di sapere a cosa pensassi in quei giorni, dove fossi.
    sono passati 8 mesi, da allora, e tutto è cambiato.
    e mentre tu ti ritrovi con un amore che si chiama andrea, io mi trovo a chiedermi che forma abbia un calessi, se è vero che le cose cambiano o se semplicemente ad un certo punto mostrano la loro vera forma.

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  5. ho letto subito, a ottobre.
    poi ho atteso. sono tornato ed ho riletto, e ho atteso ancora e ancora.
    e ogni volta i pensieri hanno battuto la stessa pista, dentro di me: ancora e ancora.
    e ho lasciato che attorno ai pensieri si coagulassero parole compiute, piccoli viaggi dentro il racconto e fuori dal racconto.
    e per ogni parola nuova una vecchia diventava scomoda o ingombrante, e ogni pensiero decretava la fine di uno precedente.
    e alla fine niente, non è rimasto che un ramo senza foglie, forte, definito, potente e puntato al cielo.
    che poi è la sintesi di quel che resta sotto la corteccia degli accadimenti, sotto le foglie delle tue voglie descritte come tu sai fare.
    mi sono reso conto che ogni capitolo di questa storia racchiude in sé l’intera storia tua e , sì, anche un po’ la mia.
    ho scritto una cosa, un giorno, sulle matrioske, le bambole russe di legno, quelle in cui quella che vedi (detta “madre”) è una donna che contiene un’altra donna che a sua volta ne contiene una terza e così via, per un numero di volte che in certi casi arriva a dieci – dodici , fino all’ultima, la più piccola e interna detta “seme”.
    ogni racconto qui contiene tutti gli altri e tutti contengono il seme di Salvaje.
    e questo è il massimo che si può scoprire leggendo, ovvero si scopre dove sei, ma non chi tu sia davvero.
    perché quello lo si può fare solo attraverso la pelle, e la tua pelle è ora dentro le parole che Andrea forse non metterà mai su carta, perché non ne ha alcun bisogno.
    e così ci si ritrova a passare di qui e leggere. ancora e ancora, sperando in una tenda spostata, in una fessura nella porta, in un mattone mancante, in uno spioncino dal quale si possa intravedere il seme di Salvaje.
    forse basterebbe semplicemente tenere il respiro per il tempo che serve, e poi ancora, e ancora.
    e poi auguri.

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